BRAND IN FOCUS: Giulia Boccafogli

Chiudiamo in bellezza questo primo ciclo di BRAND IN FOCUS, le interviste realizzate per noi da Dress ECOde.

Oggi Arianna incontra Giulia Boccafogli, designer e artigiana di gioielli, che ci racconta il percorso che fra ricerca, cura dei dettagli e materiali di recupero dà vita ai suoi ‘Giulielli’.

Ciao Giulia, ci racconti quali prodotti realizza il tuo brand e chi c’è dietro?

Sono un architetto che a un certo punto si è innamorata del fare gioielli e da ormai parecchio tempo, questo è diventato il mio mestiere. Al centro del mio lavoro ci sono la grande ricerca formale e tecnica, finalizzate a dar vita a un prodotto originale e personale, l’accuratezza artigianale e la scelta etica di approvvigionamento della materia prima. Uso pellami italiani esclusivamente di recupero. Ciò che per alcuni è scarto, per me è oro. Lavoro da sola ma mi avvalgo di alcuni collaboratori esterni per alcune lavorazioni o aspetti del mio mestiere come, ad esempio, l’immagine”.

Perché hai deciso di dare avvio alla creazione di gioielli per il tuo brand? Cosa ti ha ispirata?

Non ho deciso. E’ capitato. Piano piano si è insinuata nella mia quotidianità e da passione è diventata amore. Poiché questo non capita spesso, ad un certo punto ho capito che dovevo assecondare tutto ciò, dedicandovi tempo di qualità. Nel 2013 ho chiuso l’attività di architetto e da allora mi dedico esclusivamente ai miei ‘Giulielli’. Loro nascono così:  dopo aver lungamente abitato la mia fantasia un po’ bizzarra, vengono razionalizzati, progettati e poi lavorati artigianalmente. 

Mi ispirano molte cose, non amo mettermi limiti in questo senso, tuttavia sicuramente l’arte, la musica, la letteratura, il cinema e la mitologia, rappresentano sorgenti molto gradite e così anche il tema del viaggio”.

Quando e come hai cominciato a realizzare gioielli?

L’inizio è, come per molti, da ricercare nell’adolescenza, quando creare piccoli gioielli era realmente solo un passatempo…

…Continua a leggere l’intervista sul sito di Dress ECOde!

Oppure ascolta l’intervista qui:

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