LABORATORIO LAVGON
LABORATORIO LAVGON
Lavgon nasce nel 2004 in Italia, dove ancora oggi si pensa e si realizza l’intera collezione. Michela Cittadino e le sue due figlie, Lavinia e Carlotta, iniziano con l’esplorazione di tecniche artigianali come la tessitura e a poco a poco arrivano alla creazione di capi di abbigliamento.
L’amore per i tessuti è la chiave di tutto.
Negli anni si è costruita una rete di fornitori a partire dalle manifatture tessili che resistono in Italia. Come un bambino in un negozio di dolciumi, non si resiste… ed è cosi che per la linea Lavgon si scelgono i migliori tessuti (Moessmer – Rubelli – Mantero), tutte fibre naturali quali lana, seta, canapa e lino. Il cotone è rigorosamente biologico (Lebenskleidung – Pauli). I tessuti Africani, sinonimo di contaminazione, vengono acquistati presso l’associazione Burkinabé Watinoma e in questo modo sosteniamo i suoi progetti fra Italia e Africa.
L’idea è una linea semplice ma trasversale. Le nostre creazioni sono sempre in divenire e le competenze che mettiamo nel creare un capo ci permettono, nel dubbio, di intraprendere altri percorsi e di trasformarci senza mai dare nulla per scontato. Riproponiamo i modelli ideati negli anni integrandoli con nuove soluzioni seguendo in maniera naturale il nostro gusto, sia nel taglio che nel colore.
Siamo particolarmente interessate all’economia circolare: l’amore per i tessuti ci ha portato a non voler buttare via niente, trovando sempre nuove soluzioni per trasformare gli scarti. L’up-cycling è l’ultima fase della produzione il cui fine è eliminare lo scarto al 100%.
Così si realizzano non solo i patchwork, che sono da sempre caratteristica distintiva del marchio, e gli accessori (spille, manicotti, sciarpe, colli e pochettes), ma anche tutta la linea di complementi d’arredo: le cimose vengono tessute a telaio e diventano tappeti e arazzi, i cuscini “alghe” sono interamente imbottiti di scarti di lana per scaldare e colorare gli spazi di tutti i giorni.
L’amore per i tessuti è la chiave di tutto.
Negli anni si è costruita una rete di fornitori a partire dalle manifatture tessili che resistono in Italia. Come un bambino in un negozio di dolciumi, non si resiste… ed è cosi che per la linea Lavgon si scelgono i migliori tessuti (Moessmer – Rubelli – Mantero), tutte fibre naturali quali lana, seta, canapa e lino. Il cotone è rigorosamente biologico (Lebenskleidung – Pauli). I tessuti Africani, sinonimo di contaminazione, vengono acquistati presso l’associazione Burkinabé Watinoma e in questo modo sosteniamo i suoi progetti fra Italia e Africa.
L’idea è una linea semplice ma trasversale. Le nostre creazioni sono sempre in divenire e le competenze che mettiamo nel creare un capo ci permettono, nel dubbio, di intraprendere altri percorsi e di trasformarci senza mai dare nulla per scontato. Riproponiamo i modelli ideati negli anni integrandoli con nuove soluzioni seguendo in maniera naturale il nostro gusto, sia nel taglio che nel colore.
Siamo particolarmente interessate all’economia circolare: l’amore per i tessuti ci ha portato a non voler buttare via niente, trovando sempre nuove soluzioni per trasformare gli scarti. L’up-cycling è l’ultima fase della produzione il cui fine è eliminare lo scarto al 100%.
Così si realizzano non solo i patchwork, che sono da sempre caratteristica distintiva del marchio, e gli accessori (spille, manicotti, sciarpe, colli e pochettes), ma anche tutta la linea di complementi d’arredo: le cimose vengono tessute a telaio e diventano tappeti e arazzi, i cuscini “alghe” sono interamente imbottiti di scarti di lana per scaldare e colorare gli spazi di tutti i giorni.